Tassazione e obblighi fiscali mandano in fumo le sigarette elettroniche

Dall’obbligo dei depositi alla super tassazione del 58,5%. Una doppia morsa del fisco sul mondo delle sigarette elettroniche che rischia così di andare in fumo. A lanciare l’allarme è l’Anafe-Confindustria, l’associazione che riunisce i produttori di sigarette elettroniche e liquidi per la vaporizzazione, che ha scritto direttamente al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Patroni Griffi, annunciando la richiesta al ministero del Lavoro di mobilità per oltre 900 addetti del settore e denunciando il rischio di una progressiva perdita di posti di lavoro per gli oltre 5.000 dipendenti del settore e la chiusura dei 3.500 negozi sparsi sull’intero territorio. Un passo obbligato, sostengono dall’Anafe, per l’assoluta mancanza di regolamentazione del settore e dall’elevato carico fiscale introdotto dal Governo ed entrato in vigore dal 2 gennaio scorso.

A complicare la vita a produttori e soprattutto ai rivenditori delle sigarette elettroniche a rischio di una chiusura immediata è l’obbligo, anche questo in vigore da inizio anno, del deposito fiscale dei prodotti “da fumo”. Obbligo che riguarda anche l’hardware delle e-cig, ovvero materiale che con i prodotti da fumo nulla ha a che vedere trattandosi di batterie, cavi Usb eccetera.

Il decreto ministeriale, sostengono dall’Anafe, è arrivato con eccessivo ritardo non consentendo ai soggetti interessati di adempiere all’obbligo in modo corretto. Ad oggi solo 4 aziende hanno avuto il via, di cui due (Logista e Ita) avevano già il deposito per i tabacchi, mentre le altre due producono solo liquidi. In questo senso i rappresentanti del settore chiedono, anche a tutela del gettito erariale che verrebbe meno (perdita stimata in oltre 117 milioni di euro) con la chiusura del mercato, una proroga di 3 o 6 mesi degli obblighi legati alla costituzione dei depositi fiscali, l’applicazione dell’imposta di consumo solo sui liquidi e ridotta al 25%, nonché l’introduzione dei diritti di registro di 2/3.000 euro per ogni soggetto che voglia vendere e-cig. Sullo sfondo, e non meno importante per il futuro del settore, la regolamentazione delle e-cig con l’avvio del tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti dai Monopoli alla Salute.

fonte: ilsole24ore